Per oltre due mesi la rassegna ha accompagnato giovani, insegnanti e l’intera cittadinanza in un’avvincente esplorazione sulla cultura tecnica, scientifica e tecnologica. Centinaia di appuntamenti in calendario per svariate migliaia di partecipanti tra giovani, insegnanti, operatrici e operatori del mondo dell’educazione e della formazione, cittadine e cittadini.

Nonostante la situazione di innegabile difficoltà per tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle scuole e dai loro protagonisti, la manifestazione – promossa dalla Città metropolitana di Bologna e co-finanziata dalla Regione Emilia-Romagna con risorse del Fondo sociale europeo – ha saputo trovare la strada per dare vita a un programma di incontri, convegni, momenti di scambio, riflessione e di intrattenimento in grado di mettere la cultura tecnica, scientifica e tecnologica al centro del dibattito. Non solo: grazie al Festival, alla settima edizione metropolitana e alla terza a livello regionale, si è realizzata una grande operazione culturale, capace di dare visibilità e riconoscibilità a tutti i temi dell’Agenda ONU 2030.

Oltre a quelli più vicini alle tematiche classiche dalla rassegna – come l’istruzione di qualità (obiettivo 4), la parità di genere (obiettivo 5), il lavoro dignitoso e la crescita economica (obiettivo 8) – anche gli altri obiettivi sono stati oggetto di approfondimento e divulgazione continui.

Un intervento reso possibile da una molteplicità di fattori. Innanzi tutto, la determinazione e l’impegno profusi nell’organizzare i singoli appuntamenti, individuando chiavi di lettura interessanti per affrontare gli argomenti in calendario e modalità di approccio in linea con le necessità legate al progressivo aggravarsi della situazione emergenziale. A questa determinazione ha risposto un pubblico composito e diversificato, anche territorialmente: sono diverse migliaia le persone che dal 17 ottobre al 19 dicembre hanno assistito, in presenza o online, ai circa 500 eventi in programma.

La rimodulazione di molti degli appuntamenti in chiave digitale, pur rappresentando una sfida per gli organizzatori, ha consentito di ridurre le distanze e ampliare significativamente il bacino del pubblico, potenziale e reale.

Una prima testimonianza di questo avvicinamento si è avuta in occasione della giornata inaugurale che, per la prima volta dalla diffusione regionale della rassegna nel 2018, si è svolta in modo coordinato e condiviso su tutto il territorio. Un segno di coesione che ha trovato ulteriore riscontro nell’organizzazione di una serie di appuntamenti a carattere regionale, oltre che nella condivisione del focus tematico, gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, quest’anno declinati in particolare attorno al concetto di Sviluppo sostenibile e resilienza. Da Piacenza a Rimini, tutti gli enti, le associazioni e i partner di progetto si sono dimostrati in prima persona resilienti, da un lato aggiornando le proprie competenze per dare vita a eventi ibridi o totalmente online, dall’altro individuando nuovi modi per occuparsi delle discipline STEAM.

Il Festival ha continuato a insistere, ricontestualizzandolo in riferimento all’Agenda, sul contrasto ai gap di genere. Evento esemplificativo in questo senso è stato il convegno a più voci Agenda 2030: femminile plurale alla cui progettazione ha contribuito attivamente il Comitato Scientifico del Festival della Cultura tecnica, costituito per il 2020 dal sindaco metropolitano Merola e che si è dimostrato di particolare supporto, oltre che nell’impianto contenutistico generale della rassegna e nell’ideazione di specifiche iniziative, anche nel facilitare e sostenere il sempre maggiore coordinamento tra tutti i soggetti promotori della manifestazione, anche sul piano regionale.

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