L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il mercato del lavoro. Al Festival della Cultura tecnica 2023 abbiamo approfondito le opportunità che porta con sé.
Lunedì 13 novembre si è tenuto il quarto incontro del ciclo tematico “Disuguaglianze: We Have A Dream…”, dedicato all’intelligenza artificiale e alle professioni più richieste in questo scenario. Il convegno “Governare l’innovazione digitale tramite l’educazione e la partecipazione: focus sull’intelligenza artificiale” ha approfondito il contrasto e la convergenza tra intelligenza algoritmica e intelligenza umana.
Le prospettive sono brillanti per le professioni legate all’AI, il che è una buona notizia per chiunque lavori in questo settore. Infatti, gli esperti di machine learning e i data scientist sono tra i professionisti più richiesti, secondo Indeed, negli ultimi anni.
La portata della rivoluzione che le nuove tecnologie stanno portando avanti è paragonabile a quella delle rivoluzioni agricola e industriale, ma con una differenza fondamentale: la sua velocità di diffusione. Secondo il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti, si prevede che l’impiego di scienziati e ricercatori informatici crescerà del 21% dal 2021 al 2031.
Secondo il rapporto Work Trend Index 2023 di Microsoft, il 74% dei manager italiani ritiene che i propri dipendenti dovranno acquisire nuove competenze per gestire ulteriori sviluppi nell’AI. Tuttavia, attualmente, solo il 27% di loro è disposto a utilizzare questa risorsa per supportare la propria forza lavoro.
Mentre una parte considerevole dei lavoratori (42%) teme di essere sostituita da ChatGpt e strumenti simili, il 62% dei professionisti italiani, invece, è favorevole a delegare il maggior numero possibile di compiti alla tecnologia. Questo processo inizia con attività amministrative e analitiche (menzionate in due casi su tre) e si estende a compiti più creativi.
La collaborazione tra umanità e intelligenza artificiale sta diventando sempre più importante e la capacità di lavorare efficacemente con gli algoritmi diventerà un’abilità essenziale per ogni lavoratore. Recenti studi confermano che molte delle professioni richieste nel 2030 non sono ancora state inventate, ma altre sono già qui.
Ad esempio, ruoli come il conversation designer o il prompt designer, specialisti che fungono da ponte tra l’apprendimento automatico e il linguaggio umano. Il primo è responsabile della progettazione del flusso e del contenuto delle conversazioni tra utenti e chatbot, mentre il secondo diventa indispensabile per guidare i modelli di AI generativa attraverso domande mirate per ottenere i risultati desiderati, che possono essere testo, immagini o conversazioni.
Parallelamente, ci saranno i data labelers, professionisti specializzati nell’etichettatura dei dati per aiutare gli algoritmi a riconoscere immagini, sistemi vocali ed elaborare contenuti testuali. Inoltre, figure interfunzionali come AI Ethicists saranno cruciali per valutare l’impatto della tecnologia basata su principi filosofici e garantire uno sviluppo responsabile e imparziale dell’intelligenza artificiale.
Stiamo vivendo una rivoluzione che è già in atto. Il lancio di ChatGpt lo scorso ottobre ha dimostrato l’impatto significativo che la semplice interazione con l’AI può avere sul grande pubblico. I milioni di utenti che hanno utilizzato questa tecnologia confermano la portata di una rivoluzione che influenzerà in modo pervasivo tutte le professioni.
Il futuro che ci attende è estremamente vasto, e i suoi confini continueranno ad essere definiti nel corso del Festival della Cultura tecnica.