Più che di arte ai tempi del Coronavirus bisognerebbe parlare di arte ai tempi dei social e del digitale. Come vivono i giovani questo capitolo drammatico della nostra storia?

Mentre nella maggior parte del mondo i musei e gli spazi dell’arte tornano ad essere chiusi, gli spazi mentali sono liberi e infiniti, come è infinita anche la dimensione digitale.
I luoghi di vita e le menti di giovani creativi sono stati raccolti online nell’ambito dell’iniziativa Native/i resilienti promossa dalla Città metropolitana di Bologna. Il progetto “Questo lo so fare anch’io” ha coinvolto gli studenti dell’indirizzo Accoglienza Turistica dell’IIS Bartolomeo Scappi di Castel San Pietro Terme con l’obiettivo di offrire uno spazio di espressione e racconto.
Nelle settimane di lockdown studentesse e studenti hanno prodotto materiali fotografici, con risultati in molti casi davvero interessanti, fruibili scorazzando liberamente sulla piattaforma web che cataloga tutti i contributi: clicca qui

Il mondo della scuola e della formazione ha reagito e si è adeguato. La didattica ha vissuto l’emergenza Covid-19 come è abituata a fare più o meno da sempre, aprendosi a tutte le forme di espressione consentite dal momento.
Oggi più che mai è il momento di scuotere gli animi lasciando aperte le porte della creatività. Nell’ambito del progetto “Questo lo so fare anch’io”, coordinato dal docente Giorgio Porcheddu, è stato costituito un non luogo, una galleria virtuale che ha accolto le fotografie della lunga quarantena in casa – accompagnate da piccoli pensieri – educando al riconoscimento del pensiero e della sua espressione, approfondendo i linguaggi dell’arte e indagando le strategie di comunicazione e divulgazione dei messaggi creativi.
La mostra online accoglie piccole, toccanti opere, contraddistinte da una prospettiva, un futuro, come se il Covid-19 non fosse il protagonista delle foto ma semplicemente lo strumento per riflettere su altro, per mostrare un’umanità resistente capace di empatia, di solidarietà, di rispetto per la natura.
Il progetto “Questo lo so fare anch’io” ha dimostrato che i giovani possono e devono superare il Coronavirus, andando oltre la banale riproduzione di una realtà spenta e depressa.

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