Nel 2035, il 41,5% dei lavori che richiedono bassi livelli di istruzione e il 35% di quelli di medio livello spariranno. In Emilia-Romagna, tra vent’anni, ci saranno 291 anziani per ogni 100 bambini. Sono dati che invitano alla riflessione e saranno al centro dell’attenzione della decima edizione del Festival della Cultura tecnica.
In un mondo caratterizzato da continue crisi, conflitti e instabilità crescente, è cruciale che le politiche governative e istituzionali siano al centro delle iniziative collettive per plasmare un futuro sostenibile. Parallelamente, il progressivo invecchiamento della popolazione e l’evoluzione del mercato del lavoro, che richiede livelli di istruzione sempre più elevati, rappresentano tendenze globali di grande rilevanza nell’attuale contesto.
Partendo da questi presupposti, torna in scena nel territorio metropolitano e in tutta la regione il Festival della Cultura tecnica, la manifestazione promossa su iniziativa della Città metropolitana di Bologna, realizzata con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e di oltre 180 partner pubblici e privati, con l’intento di valorizzare il fondamentale contributo offerto dalla formazione tecnica, scientifica e professionale per favorire la crescita dei territori.
Dieci edizioni per il Festival, obiettivo 10 dell’Agenda ONU 2023
Il decimo anniversario del Festival è un’occasione per riflettere sull’importanza del numero 10, non tanto in ambito sportivo, quanto piuttosto come riferimento all’Obiettivo 10 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Ridurre le disuguaglianze”. Disuguaglianze che nella nostra contemporaneità assumono forme e dimensioni nuove, tutte da capire e governare.
“Il Festival non si limita a esplorare questioni evidenti, ma si spinge oltre, analizzando driver come la digitalizzazione, la robotizzazione e le sfide demografiche. Occorre un impegno collettivo, per prepararsi a un cambiamento significativo nel mondo del lavoro, che porterà alla graduale espulsione e isolamento di numerosi soggetti, poi difficilmente ricollocabili”, sottolinea Matteo Casadio, Responsabile Area Orientamento al Lavoro di Unioncamere Emilia-Romagna.
“Oppure, per restare in Emilia-Romagna, ma mantenendo lo sguardo in avanti, si scopre che tra vent’anni ci saranno 291 anziani ogni 100 bambini e che nello stesso arco temporale la Regione dovrà gestire una popolazione di 400.000 anziani in più rispetto a oggi, sapendo anche che, tra coloro che avranno meno di 50 anni, gli stranieri costituiranno il 33%. E non è tutto: ci saranno più di 300.000 persone in età lavorativa che non troveranno occupazione”, continua Casadio.
Prospettive che danno da pensare: già entro la fine del decennio, il cambiamento climatico potrebbe non essere più la sfida prioritaria per l’umanità. L’invecchiamento della popolazione, la digitalizzazione e persino l’automatizzazione delle interazioni personali diventeranno questioni di rilevanza crescente. Tra queste sfide, sembra emergere un problema urgente, da attenzionare: la solitudine, destinata a diventare uno dei problemi principali entro il 2030 e che rende le diseguaglianze invisibili, sottolineando l’importanza di affrontare questa tematica.
Il Festival della Cultura tecnica, in scena dal 16 ottobre al 14 dicembre, è un’occasione per valorizzare la scienza e la tecnica, per condividere idee innovative e raccontare le storie di coloro che stanno cercando proposte e soluzioni, nella speranza che la rassegna possa ispirare azioni concrete e promuovere una cultura del risultato, sia nel settore privato sia in quello pubblico.
Un Festival che vuole sottolineare con vigore il ruolo cruciale dell’istruzione nel plasmare il futuro: come ricorda Casadio, la scuola deve essere protagonista indiscussa e deve porsi l’obiettivo di formare i “numeri 10” di domani, contribuendo allo stesso tempo a combattere le diseguaglianze sociali per affrontare le sfide globali e costruire un mondo migliore, più equo e sostenibile.