Secondo il Monitoraggio nazionale 2019 del Miur relativo agli Istituti Tecnici Superiori, nel 90% dei casi i neodiplomati sono occupati in un’area coerente con il proprio percorso di studi.
Il monitoraggio realizzato da Indire e Miur fotografa l’efficacia e la stabilità del canale formativo terziario professionalizzante.
La rilevazione si è concentrata sugli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS nel 2017 e ha riguardato 139 percorsi ITS erogati da 73 Fondazioni ITS su 103 costituite, 3.367 iscritti e 2.601 diplomati. Gli studenti sono giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni (il 44,9%) e 18 e 19 anni (il 32,3%), in prevalenza maschi (il 72,6%), provenienti dagli Istituti tecnici (il 62,3%). Non passa inosservata la percentuale di iscritti con diploma liceale, il 21,3%.
Gli ITS convincono le imprese: l’80% degli iscritti ha trovato lavoro ad un anno dal diploma. Le aree tecnologiche con le migliori performance occupazionali sono Mobilità sostenibile (83,4%) e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82,5%). Tra gli ambiti del Made in Italy, Sistema meccanica (91,9%) e Sistema moda (86,3%) ottengono i migliori risultati.
Esiti meno significativi si registrano per Efficienza energetica (72,2%), Nuove tecnologie della vita (72,7%) e Sistema casa (57%).
“Il nostro Paese ha bisogno di tecnici qualificati in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo”, il successo della prima esperienza italiana di offerta formativa professionalizzante è confermato dal Ministro dell’istruzione Marco Bussetti, firmatario del decreto che stanzia 32 milioni di euro alle regioni per finanziare gli ITS .