Una talentuosissima fisica bolognese del diciottesimo secolo: Laura Bassi è stata la prima donna al mondo ad ottenere una cattedra universitaria.
Laura Bassi raggiunse risultati in settori dove nessuna donna aveva mai tentato prima, riuscendo ad avere successo nel mondo scientifico e tecnico nel quale non era gradita. Con mentalità moderna, ha combattuto per il riconoscimento professionale e salariale senza cambiare personalità e inclinazioni.
Nata a Bologna alla fine dell’ottobre del 1711, Laura Bassi apprese in giovane età il francese, il latino e la matematica. All’età di tredici anni, il suo maestro Gaetano Tacconi ottenne il permesso dei suoi genitori di insegnarle la logica, la fisica, la meccanica e altre discipline solitamente riservate agli uomini.
Nell’aprile del 1732, un vasto pubblico si radunò nel cortile di Palazzo d’Accursio per assistere alla difesa delle tesi – a quel tempo una sequenza di risposte elaborate a domande poste da intellettuali – che avrebbero permesso la nomina di nuovi Dottori in Filosofia.
Quel giorno era presente anche Laura Bassi, difendendo senza presunzione 49 tesi e interrogata da 7 esaminatori.
Per il suo annuncio come Dottore in Filosofia venne scelta una corona d’argento di allori per sostituire il berretto dei laureati maschi. Laura Bassi divenne anche la seconda donna in Europa a ottenere un dottorato di ricerca; la prima fu un’altra italiana, la veneziana Elena Cornaro Piscopia nel 1678.
Come se ciò non fosse già abbastanza notevole, quello stesso anno, dopo un’altra difesa pubblica di 12 tesi sulla meccanica, Laura Bassi ottenne una cattedra di Fisica all’Università di Bologna, divenendo la prima donna accademica nel mondo occidentale con una posizione di insegnante stipendiata in campo scientifico.
Nel 1745, venne ammessa come venticinquesimo membro dell’Accademia delle Scienze, un gruppo d’élite di scienziati – detti i benedettini – che presentavano i propri studi con cadenza annuale. L’iscrizione permise a Laura Bassi di interagire con numerosi colleghi studiosi ma anche di aumentare le proprie entrate, divenendo una pioniera anche nel contrasto al gender pay gap.
Al momento della sua morte, all’età di 67 anni, Laura Bassi presentò all’Accademia Benedettina un totale di 31 lavori annuali. Il suo impegno permanente per la scienza e il talento eccezionale in campo tecnico hanno attirato importanti studiosi all’Università di Bologna, e questo non solo ha avuto un profondo impatto sulla scienza dell’Italia del diciottesimo secolo, ma ha anche ispirato e aiutato molte donne ad acquisire ruoli eminenti in campi riservati unicamente agli uomini.