Globalizzazione, progresso tecnologico e invecchiamento della popolazione influenzano la domanda di competenze. Già al termine del 2017, le analisi dell’Education at a glance – l’autorevole fonte di informazione sullo stato dell’istruzione a livello mondiale redatto dall’OCSE – hanno individuato una tendenza alla polarizzazione della struttura occupazionale, nonché bisogni nelle aree delle competenze tecniche e delle STEM.
In Italia, alla stregua di circa un terzo dei Paesi dell’OCSE, il tasso dei diplomati a livello secondario superiore è più elevato nei percorsi di studio a indirizzo tecnico e professionale (53%) rispetto ai percorsi di studio a indirizzo generale (39%).
Contrariamente a quanto accade negli altri Paesi, in Italia chi possiede un titolo tecnico o professionale ha un tasso di disoccupazione inferiore a quello degli altri diplomati; il tasso di occupazione dei giovani adulti con istruzione tecnica è del 68%, superiore al tasso di occupazione di chi ha completato il liceo (49%) o l’università (64%).
L’età media al conseguimento di un titolo di studio di indirizzo tecnico è di 19 anni, tre anni prima rispetto alla media OCSE. Questa differenza indica che in molti altri Paesi l’istruzione tecnica è anche concepita per l’istruzione degli adulti o come corsi di aggiornamento. Infatti, se i diplomati non sono preparati e non hanno opportunità per l’aggiornamento ulteriore delle loro competenze, in impresa o nell’ambito di politiche attive del mercato del lavoro, rischiano di subire i cambiamenti futuri dell’economia e di perdere il vantaggio iniziale.
La formazione e l’apprendimento sono oggi i motori della cultura tecnica. Senza formazione non c’è innovazione, né competitività. Gli Istituti Tecnici forniscono percorsi che intercettano i bisogni di una società sempre più complessa, garantendo l’opportunità di un aggiornamento ulteriore delle competenze attraverso il coinvolgimento delle imprese. Del resto, c’è sempre più consapevolezza che la strada da seguire per combattere la disoccupazione e soddisfare la richiesta di diplomati tecnici sia il rafforzamento della formazione on the job.