Non solo dipinti, macchinari ingegnosi, studi anatomici o botanici, il genio del Rinascimento si cimentò anche nel disegno di abiti e nello studio di accessori di moda.
La Biblioteca Ambrosiana di Milano conserva il Codex Atlanticus, la più grande collezione di disegni e scritti di Leonardo da Vinci elaborati tra il 1478 e il 1518. La raccolta di pensieri e intuizioni non di rado si sofferma su questioni di stile e moda, a partire dai progetti di macchine tessili commissionate dagli Sforza e usate per la produzione di originali stampe di tessuti.
Leonardo da Vinci nutriva particolare interesse per l’innovazione tecnologica del ciclo tessile, tanto da ideare la macchina per la filatura con il fuso ad aletta, la macchina battiloro, la bobinatrice e la cimatrice meccanica. L’inventore toscano disegnò il primo telaio completamente meccanizzato e realizzò lo straordinario velluto a tre colori che Ludovico il Moro commissionò nel 1494 per celebrare l’investitura del ducato di Milano. Un drappo dalle forti valenze politiche e simboliche, caratterizzato dall’impiego di tre diversi peli: pelo riccio rosso, pelo tagliato allucciolato d’oro e fronde di gelso.
Il genio fiorentino è l’artefice della cintura intrecciata di nodi, un motivo richiamato frequentemente nei suoi quadri. Osservando l’abito di Cecilia Gallenari, la donna ritratta ne ‘La Dama con l’ermellino’ del 1490 , è possibile notare come la veste sia stata impreziosita da una fila di nodi vinciani.
Leonardo da Vinci è stato un precursore di tendenze, un influencer capace di anticipare e condizionare i gusti dei contemporanei. Non solo mette a punto una tecnica per creare gioielli colorati e perline in pasta di vetro da applicare agli abiti, ma realizza anche il primo tessuto resistente all’acqua. Negli appunti del Codice Atlantico non mancano bozzetti di abiti con studi sulle maniche arricciate e sui corsetti, design di bracciali e accessori, progetti di ricami e precetti per la colorazione dei tessuti.
Oltre ai tessuti ricamati d’oro e d’argento, realizza una macchina in grado di stampare cerchietti metallici in oro o similoro. Il risultato? Applicazioni luccicanti, antesignane delle moderne paillettes.