Il Codice Madrid della Biblioteca Nazionale di Spagna conserva uno schizzo visionario di Leonardo: un robot capace di camminare senza motore, corrente elettrica o microcircuiti.
Il Genio del Rinascimento progettò numerose macchine meccaniche, ma l’unico progetto certamente realizzato – secondo la testimonianza storica di Giorgio Vasari – è un imponente e minaccioso leone meccanico. L’automa venne costruito da Leonardo nel 1515 su commissione di Papa Leone X, perché camminasse, destando grande meraviglia, al cospetto del Re di Francia Francesco I.
Il robot era in grado di muoversi da solo e quando veniva colpito sul fianco con una frusta lasciava cadere dal ventre una pioggia di gigli, creando un tappeto di fiori per omaggiare il Re.
Seppur non ci siano tracce di un progetto completo di Leonardo, il Codice Madrid conserva alcuni preziosi schizzi molto dettagliati dei meccanismi che consentivano al leone di muoversi. Si tratta di uno schema con diverse aste vincolate a una grossa ruota, che lasciano intendere la presenza di un ingranaggio centrale – posizionato sotto il petto della macchina – da cui dipendeva il movimento del leone.
Il motore dell’intero meccanismo consisteva in una grossa molla elicoidale collocata all’interno del leone; possiamo ipotizzare che questa molla, giunta a fine corsa, avrebbe sbloccato un gancio permettendo l’apertura del petto del leone e la caduta dei gigli.
Francesco I fu tanto impressionato dall’inventiva di Leonardo da invitarlo in Francia presso la sua corte, dove effettivamente passerà l’ultima parte della sua vita dedicandosi alla progettazione di canali, palazzi e opere d’arte, ma anche numerose coreografie per feste e balli reali.